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Invictus è una poesia scritta dal poeta inglese William Ernest Henley (1849-1903).Origine e storia della poesia
Il titolo proviene dal latino e significa "non vinto", ossia "mai sconfitto". Fu pubblicata per la prima volta nel 1888 nel Book of Verses di Henley.All'età di 12 anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica a Londra. Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una gamba per sopravvivere. Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi artificiale, fino all'età di 53 anni.
La poesia Invictus fu scritta proprio sul letto di un ospedale.
La poesia era usata da Nelson Mandela per alleviare gli anni della sua prigionia durante l'apartheid. Per questo è anche citata nel film Invictus - L'invincibile, del 2009, diretto da Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt Damon.
Versione originale (in Inglese)Out of the night that covers me,Black as the pit from pole to pole, I thank whatever god may be For my unconquerable soul. In the fell clutch of circumstance I have not winced not cried aloud. Under the bludgeonings of chance My head is bloody, but unbowed. Beyond this place of wrath and tears Looms but the Horror of the shade, And yet the menace of the years Finds and shall find me unafraid. It matters not how strait the gate, How charged with punishments the scroll, I am the master of my fate: I am the captain of my soul. |
Traduzione in ItalianoDal profondo della notte che mi avvolge,Nera come un pozzo da un polo all'altro, Ringrazio qualunque dio esista Per la mia anima invincibile. Nella feroce morsa della circostanza Non ho arretrato né gridato. Sotto i colpi d'ascia della sorte Il mio capo è sanguinante, ma non chino. Oltre questo luogo d'ira e lacrime Incombe il solo Orrore delle ombre, E ancora la minaccia degli anni Mi trova e mi troverà senza paura. Non importa quanto stretto sia il passaggio, Quanto piena di castighi la vita, Io sono il padrone del mio destino; Io sono il capitano della mia anima. |
1 commento:
Stupenda. Grazie per avercela ricordata.
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