Il Decadentismo di Giovanni Pascoli (1855-1812) e di Gabriele D’Annunzio (1863-1938) chiude l’Ottocento ed apre il Novecento. Le nuove correnti letterarie ne sono fortemente condizionate, sia quando vi si riallacciano, sia quando intendono superarlo, sia quando polemizzano con esso.
Nella prima metà del Novecento le maggiori correnti sono:a) la poesia crepuscolare di Guido Gozzano (1883- 1916), che dà origine alla corrente dei poeti crepuscolari (1905-15);
b) il Futurismo (1909-1925ca.) iniziato da Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), che ne pubblica il manifesto a Parigi su “Le Figaro”(1909);
c) la complessa opera teatrale di Luigi Pirandello (1867-1936), che rinnova la produzione teatrale e fa conoscere le sue commedie e i suoi drammi in tutto il mondo;
d) il romanzo psicoanalitico di Italo Svevo (1861- 1928), che rinnova il romanzo e si collega alla cultura europea;
e) la vasta corrente dell’Ermetismo (1925-50), che raccoglie numerosi poeti, i più importanti dei quali sono Giuseppe Ungaretti (1888-1970), Eugenio Montale (1896-1981), Salvatore Quasimodo (1901-1968);
d) la poesia antiermetica e improntata alla “chiarezza” di Umberto Saba (1883-1957), che tuttavia condivide il disimpegno politico dell’Ermetismo.
La produzione letteraria del Novecento risente della crisi di ideali e di certezze che si manifesta a fine secolo sia in ambito filosofico sia in ambito scientifico.
Albert Einstein (1879-1855) elabora nel 1905 la teoria della relatività ristretta, nel 1916 la teoria della relatività generale; Sigmund Freud (1856-1939) scopre l’inconscio e l’importanza della sessualità infantile, e inizia ad esaminare in modo originale fenomeni comuni e incomprensibili come i lapsus, le dimenticanze, le rimozioni di fatti sgradevoli, e i loro legame con i problemi sessuali.Essa risente della crisi del Positivismo in ambito ideologico e filosofico, e del Naturalismo, l’ultima espressione del Realismo, in ambito culturale e letterario.
Le nuove correnti letterarie e filosofiche professano posizioni attivistiche, volontaristiche, irrazionalistiche, nazionalistiche, superomistiche.
Il filosofo europeo più importante è Friedrich Nietzsche (1844-1900). Egli propone un nuovo umanesimo, che si esprime nell’ideale del superuomo, cioè dell’uomo che cerca continuamente di superare i suoi limiti, e nella volontà di potenza, cioè nella volontà di dispiegare le proprie energie. L’uomo deve lottare contro tutte le ideologie ascetiche e antivitalistiche, sia religiose che laiche, che lo opprimono: la Chiesa cattolica come le chiese protestanti, il socialismo, il comunismo come la democrazia e il liberalismo.IL FUTURISMO
Filippo Tommaso Marinetti (1876- 1944)
La vita. Filippo Tommaso Marinetti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1876. Studia a Parigi, dove fre-quenta le avanguardie artistiche, e pubblica le prime opere in francese. Nel 1905 si trasferisce a Milano. Nel 1909 pubblica a Parigi su un quotidiano di grande diffusione come “Le Figaro” il Manifesto del Futurismo. Negli anni successivi si dedica alla diffusione delle teorie futuristiche. Nel 1911 è tra i sostenitori della conquista della Libia. Nel 1913 partecipa ed assiste agli scontri tra turchi e bulgari che culminano nell’assedio di Adrianopoli. Partecipa come volonta-rio alla prima guerra mondiale. Nel dopoguerra si de- dica all’attività politica fondando il Partito politico futurista, che presto confluisce nel Partito Nazional- fascista. Da questo momento inizia la fase calante di Marinetti e del movimento, poiché, quando il Fascismo conquista il potere (1922), essi diventano un elemento di disturbo nell’opera di normalizzazione intrapreso dal regime. Nel 1929 è nominato da Mussolini accademico d’Italia. L’adesione al regime lo fa partire volontario per la Russia e a schierarsi a favore della Repubblica di Salò. Muore nel 1944.Le opere. Marinetti scrive il romanzo Mafarka le futuriste (Mafarka il futurista, 1909), la tragedia Le roi Bombace (Il re Baldoria, 1909), il Manifesto del Futurismo (1909), poi Zang Tumb Tumb (1913), una delle sue opere sperimentali più famose, che parla dell’assedio di Adrianopoli (oggi Edirne, nella Turchia europea, guerra nei Balcani, 1912), l’Alcòva d’acciaio (1921), che racconta la sua esperienza di guerra combattuta sulle autoblindo.
Il Manifesto del Futurismo, 1909
1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo,l’abitudine all’energia e alla temerità.
2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo... un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore,sfarzo
e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
7. Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna
opera che non abbia un carattere aggressivo può
essere un capolavoro. La poesia deve essere con-
cepita come un violento assalto contro le forze
ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il ge- sto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
10.Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
[...] È dall’Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
---I☺I---
Riassunto.
Il Manifesto del Futurismo (1909) canta la moderna civiltà della macchina, che è contrapposta alla sonnolenta civiltà del passato. I punti più importanti, su cui l’autore insiste e che celebra, sono:
a) il pericolo, il coraggio, l’audacia, la ribellione, lo schiaffo e il pugno;
b) la bellezza dell’“eterna velocità onnipresente”, che caratterizza la civiltà moderna e che ha arricchito il mondo da quando è apparsa l’automobile;
c) la bellezza della lotta e, di conseguenza, la glorificazione della guerra, “sola igiene del mondo”, del militarismo, del patriottismo, del gesto distruttore dei libertari;
Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio (1913), MoMA, New York. |
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il ge- sto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
10.Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
[...] È dall’Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
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Riassunto.
Il Manifesto del Futurismo (1909) canta la moderna civiltà della macchina, che è contrapposta alla sonnolenta civiltà del passato. I punti più importanti, su cui l’autore insiste e che celebra, sono:
a) il pericolo, il coraggio, l’audacia, la ribellione, lo schiaffo e il pugno;
b) la bellezza dell’“eterna velocità onnipresente”, che caratterizza la civiltà moderna e che ha arricchito il mondo da quando è apparsa l’automobile;
c) la bellezza della lotta e, di conseguenza, la glorificazione della guerra, “sola igiene del mondo”, del militarismo, del patriottismo, del gesto distruttore dei libertari;
d) il rifiuto di tutta l’arte del passato, dei musei, delle
biblioteche, delle accademie;
e) la lotta contro il moralismo, il femminismo ed ogni viltà opportunistica;
f) le folle agitate dal lavoro, dal piacere, dalla sommossa; gli arsenali, le officine, i ponti, i piroscafi e tutto ciò che la tecnica ha saputo costruire.
L’autore intende lanciare il manifesto dall’Italia, per- ché vuole liberare “questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari”.
Commento
1. Il Futurismo italiano è un movimento che ha un respiro cosmopolita ed europeo (Romanticismo, Verismo e Decadentismo erano stati importati dalla Francia, anche se hanno caratteristiche originali): riesce a svecchiare la cultura italiana e a diffondersi anche all’estero. È lanciato da Parigi, perché allora la capitale francese era il maggiore centro di produzione culturale dell’Europa.
2. Le manifestazioni più persuasive del Futurismo italiano non vanno cercate nella produzione letteraria, di livello assai modesto, ma nella produzione artistica, dalla pittura alla scultura all’urbanistica: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Antonio Sant’Elia.
3. Dopo il 1920 il Futurismo perde le sue spinte eversive e finisce in una tranquilla celebrazione del regime nazional-fascista, lasciando però segni evidenti
nelle successive correnti artistiche.
4. Se si vuole, Marinetti riprende la polemica di quasi un secolo prima di Giovanni Berchet, che nel 1816 nella Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo proponeva una cultura del presente, impegnata, ro- mantica, contro i laudatores del tempo antico. -----I☺I----
e) la lotta contro il moralismo, il femminismo ed ogni viltà opportunistica;
f) le folle agitate dal lavoro, dal piacere, dalla sommossa; gli arsenali, le officine, i ponti, i piroscafi e tutto ciò che la tecnica ha saputo costruire.
L’autore intende lanciare il manifesto dall’Italia, per- ché vuole liberare “questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari”.
Commento
1. Il Futurismo italiano è un movimento che ha un respiro cosmopolita ed europeo (Romanticismo, Verismo e Decadentismo erano stati importati dalla Francia, anche se hanno caratteristiche originali): riesce a svecchiare la cultura italiana e a diffondersi anche all’estero. È lanciato da Parigi, perché allora la capitale francese era il maggiore centro di produzione culturale dell’Europa.
2. Le manifestazioni più persuasive del Futurismo italiano non vanno cercate nella produzione letteraria, di livello assai modesto, ma nella produzione artistica, dalla pittura alla scultura all’urbanistica: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Antonio Sant’Elia.
Giacomo Balla,Dinamismo di un cane al guinzaglio,1912
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4. Se si vuole, Marinetti riprende la polemica di quasi un secolo prima di Giovanni Berchet, che nel 1816 nella Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo proponeva una cultura del presente, impegnata, ro- mantica, contro i laudatores del tempo antico. -----I☺I----
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