« Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. »
lunedì 30 settembre 2013
domenica 29 settembre 2013
Analisi grammaticale - mappa
Le 9 parti del discorso |
Penisola, isola e continente
Una penisola è una formazione geografica consistente in un'estesa sporgenza di terre da un corpo centrale, circondate per lo più da acqua e collegate alla terra ferma soltanto da un lato.
La lingua di terra che unisce la penisola al continente è detto istmo. L'istmo può anche unire due continenti come l'America del nord ed il Sud America.
Una penisola, può anche essere un capo, una punta o un promontorio.
La lingua di terra che unisce la penisola al continente è detto istmo. L'istmo può anche unire due continenti come l'America del nord ed il Sud America.
Una penisola, può anche essere un capo, una punta o un promontorio.
Un'isola (dal lat. insula) è una terra emersa interamente circondata dalle acque. Si differenzia dal continente,
a parte le dimensioni, per via della sostanziale uniformità climatica
tra le zone costiere e quelle più interne, laddove un continente
presenta variazioni climatiche, spesso anche drastiche.
Un continente (dal latino continere,"tenere insieme") è una grande area di terra emersa della crosta terrestre, è anzi la più vasta delle ripartizioni con le quali si suddividono le terre emerse.
Decenni, secoli e millenni
Cosa sono i decenni, i secoli e i millenni? | Studiando la storia
ci si imbatte spesso in avvenimenti che durano molti anni. In
questi casi si possono incontrare espressioni come decenni,
secoli, millenni.
Un decennio è formato da 10
anni. Un secolo è formato da 100 anni. Un millennio è formato da 1000 anni. A volte si parla anche di lustri. Un lustro è formato da 5 anni. |
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Qual è la numerazione per decenni, secoli e millenni? |
Anche nella numerazione di decenni, secoli e millenni si usa la nascita
di Gesù come anno
zero.
Per gli avvenimenti avvenuti prima
della nascita di Cristo, i decenni, i secoli
e i millenni sono contati in senso
inverso e sono indicati con le sillabe a.C.
che significano avanti Cristo. Per gli avvenimenti avvenuti dopo la nascita di Cristo, possono essere indicate le sillabe d.C che stanno per dopo Cristo: esse, però, possono essere anche omesse. |
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Come si indicano i secoli? |
I secoli si indicano con i numeri
romani.
Il primo secolo dopo Cristo comprende gli anni da 1 a 100
dopo Cristo. Il secondo secolo dopo Cristo comprende gli anni da 101 a 200 dopo Cristo e così via. Il primo secolo prima di Cristo comprende gli anni dal 100 all'1 avanti Cristo. Il secondo secolo prima di Cristo comprende gli anni dal 200 al 101 avanti Cristo e così via. Nelle tabelle che seguono riportiamo le corrispondenze appena esposte:
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Cosa si intende per prima o seconda metà di un dato secolo? |
Spesso capita di incontrare frasi del tipo "Nella prima
metà del XVI secolo...." o "La seconda metà
del XVIII secolo...". Cosa significano queste
espressioni?
Dato che un secolo dura 100 anni, la prima metà del secolo
è data dai primi 50 anni, mentre la seconda metà del secolo è
data dagli ultimi 50 anni. Quindi, quando parliamo della prima metà del XVI secolo, dato che facciamo riferimento agli anni che vanno dal 1501 al 1600, intendiamo il periodo compreso tra il 1501 e il 1550. Quando parliamo della seconda metà del XVIII secolo, dato che ci riferiamo agli anni che vanno dal 1701 al 1800, intendiamo il periodo compreso tra il 1751 e il 1800. |
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Come possiamo indicare il periodo in cui si è verificato un certo avvenimento storico? |
Se vogliamo indicare il periodo in cui si è verificato un certo
evento storico possiamo usare vari modi.
Ad esempio, se volessimo parlare della scoperta dell'America
che è avvenuta nel 1492 potremmo dire che essa avvenne:
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sabato 28 settembre 2013
I secoli e la linea del tempo
Completa con i secoli.
Usa i numeri romani.
I = 1
II = 2
III = 3
IV = 4
V = 5
VI = 6
VII = 7
VIII = 8
IX = 9
X = 10
XI = 11
XII = 12
XIII = 13
XIV = 14
XV = 15
XVI = 16
XVII = 17
XVIII = 18
XIX = 19
XX = 20
XXI = 21
giovedì 26 settembre 2013
mercoledì 25 settembre 2013
martedì 24 settembre 2013
Antonio Veneziano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antonio Veneziano (Monreale, 7 gennaio 1543 (battesimo) – Palermo, 19 agosto 1593) è stato un poeta italiano, che compose prevalentemente in siciliano.
Visse in maniera alquanto avventurosa e grazie alla sua intelligenza e alla sua versatilità ebbe una grande fama sia in Sicilia che all'estero. Dopo aver studiato presso un collegio di Gesuiti, Veneziano inizia una lunga serie di problemi giudiziari: prima con la famiglia per questioni d'eredità, poi anche per un presunto assassinio e un rapimento.
Salpato per seguire Carlo d'Aragona, venne imprigionato ad Algeri dove conobbe Miguel de Cervantes e ne divenne amico [1],tanto che lo stesso, nel 1579, gli dedicò un'epistola in dodici ottave, opera che Cervantes reputò di un certo valore tanto che quasi settanta versi vennero reinseriti nella commedia El trato de Argel che narra della prigionia in Algeri.
Che l'amicizia fosse venata di ammirazione da parte di Cervantes, lo si deduce dalla novella El amante liberal in cui l'autore narra di un prigioniero siciliano che sapeva magnificare, nel ricordo, la bellezza della sua donna esprimendosi in versi sublimi, probabilmente si trattava della Celia, l'opera più famosa di Veneziano.
Nel 1579 Antonio Veneziano venne liberato e tornò in Sicilia. Nel 1588 fu imprigionato per aver scritto un libello contro il governo. Morì, nel 1593, a Palermo nel carcere del Castello a Mare (Palermo), i cui resti si possono ancora vedere accanto al porto nel golfo di Palermo, per lo scoppio della polveriera. La leggenda narra che il suo corpo fu rinvenuto tra le macerie con un grappolo di uva in mano.
La sua opera è vastissima. Scrisse prevalentemente poesie in siciliano, ma si dedicò anche all'italiano e al latino. La sua opera principale è l'elogio Celia, dedicato alla donna amata (che alcuni identificano in una nipote, altri nella vice regina di Sicilia, altri in Isabella La Turri e altri ancora in Franceschella Porretta) e composto durante la prigionia ad Algeri. Tra gli altri componimenti poetici si ricordano molte satire e altre rime burlesche. Alcune sue ottave sono state raccolte nel 1967, in un volume chiamato Ottave e curato da A. Rigoli. L'attuale bibliografia presenta altri titoli sia acquistabili che consultabili in biblioteca.
Visse in maniera alquanto avventurosa e grazie alla sua intelligenza e alla sua versatilità ebbe una grande fama sia in Sicilia che all'estero. Dopo aver studiato presso un collegio di Gesuiti, Veneziano inizia una lunga serie di problemi giudiziari: prima con la famiglia per questioni d'eredità, poi anche per un presunto assassinio e un rapimento.
Salpato per seguire Carlo d'Aragona, venne imprigionato ad Algeri dove conobbe Miguel de Cervantes e ne divenne amico [1],tanto che lo stesso, nel 1579, gli dedicò un'epistola in dodici ottave, opera che Cervantes reputò di un certo valore tanto che quasi settanta versi vennero reinseriti nella commedia El trato de Argel che narra della prigionia in Algeri.
Che l'amicizia fosse venata di ammirazione da parte di Cervantes, lo si deduce dalla novella El amante liberal in cui l'autore narra di un prigioniero siciliano che sapeva magnificare, nel ricordo, la bellezza della sua donna esprimendosi in versi sublimi, probabilmente si trattava della Celia, l'opera più famosa di Veneziano.
Nel 1579 Antonio Veneziano venne liberato e tornò in Sicilia. Nel 1588 fu imprigionato per aver scritto un libello contro il governo. Morì, nel 1593, a Palermo nel carcere del Castello a Mare (Palermo), i cui resti si possono ancora vedere accanto al porto nel golfo di Palermo, per lo scoppio della polveriera. La leggenda narra che il suo corpo fu rinvenuto tra le macerie con un grappolo di uva in mano.
La sua opera è vastissima. Scrisse prevalentemente poesie in siciliano, ma si dedicò anche all'italiano e al latino. La sua opera principale è l'elogio Celia, dedicato alla donna amata (che alcuni identificano in una nipote, altri nella vice regina di Sicilia, altri in Isabella La Turri e altri ancora in Franceschella Porretta) e composto durante la prigionia ad Algeri. Tra gli altri componimenti poetici si ricordano molte satire e altre rime burlesche. Alcune sue ottave sono state raccolte nel 1967, in un volume chiamato Ottave e curato da A. Rigoli. L'attuale bibliografia presenta altri titoli sia acquistabili che consultabili in biblioteca.
Esempio della sua poesia
(SCN) « Non è xhiamma ordinaria, no, la mia è xhiamma chi sul'iu tegnu e rizettu, xhiamma pura e celesti, ch'ardi 'n mia; per gran misteriu e cu stupendu effettu. Amuri, 'ntentu a fari idulatria, s'ha novamenti sazerdoti elettu; tu, sculpita 'ntra st'alma, sì la dia; sacrifiziu lu cori, ara stu pettu. » | (IT) « Non è fiamma ordinaria, no, la mia è fiamma che sol'io tengo e accolgo, fiamma pura e celeste che arde in me; per gran mistero e con stupendo effetto. Amore, intento a fare idolatria, s'è nuovamente eletto sacerdote; tu, scolpita dentro quest'anima, sei la dea; sacrificio il cuore, altare questo petto. » |
(Celia, Lib. 2, (~1575 - 1580)) |
domenica 8 settembre 2013
La mia prova per il Concorso Docenti
Insegnare ormai impegna cognitivamente il cervello alla sopravvivenza tra nuovi concorsi, corsi e corsetti. Alla prova orale del concorso io ho fatto del mio meglio, divertendomi. Spero serva ed è servito a confermare quello che già penso di me...
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