Rinuncia all'ufficio di
romano pontefice
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La rinuncia all'ufficio di romano pontefice
o rinuncia al ministero pietrino o rinuncia papale
(in latino renuntiatio pontificalis) è un istituto
giuridico previsto dal codice di
diritto canonico che regola le modalità di cessazione di un papa dal proprio ufficio per
dimissioni volontarie e costituisce l'unica altra causa di cessazione oltre
alla morte del pontefice.
Si tratta di
una ipotesi molto rara: nella storia della Chiesa vi sono stati pochi casi di
cessazione per rinuncia; Ponziano,
Silverio, Benedetto IX (1
maggio 1045), Gregorio
VI (20 dicembre 1046), Celestino V (13
dicembre 1294) e Gregorio
XII (4 luglio 1415) hanno fonti certe, mentre per quanto riguarda Clemente I e Giovanni XVIII ci
si affida alla tradizione.
Benedetto XVI ha
annunciato la propria intenzione di rinunciare alla carica di pontefice il 28 febbraio 2013 alle ore 20:00.
Il Codice di
diritto canonico (Codex Iuris
Canonici) del 1983, al Libro II "Il popolo di Dio", parte seconda
"La suprema autorità della Chiesa", capitolo I "Il Romano
Pontefice e il Collegio dei Vescovi", contempla la rinuncia all'ufficio di
romano pontefice:
« Can. 332 - §2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo
ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e
che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la
accetti. »
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