"Occorre una certa distanza tra le due parole, occorre che l’una sia sufficientemente estranea all’altra, e il loro accostamento discretamente insolito, perché l’immaginazione sia costretta a mettersi in moto per istruire tra loro una parentela, per costruire un insieme (fantastico) in cui i due elementi estranei possano convivere. (…) Nel binomio fantastico le due parole non sono prese nel loro significato quotidiano, ma liberate dalle catene verbali di cui fanno parte quotidianamente. Esse sono “estraniate”, “spaesate”, gettate l’una contro l’altra in un cielo mai visto prima."
G. Rodari, "Grammatica della fantasia".
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