« Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. »

martedì 18 dicembre 2012

La fiaba - schema illustrato


La Favola - schema illustrato


1 i - Compiti per le vacanze

Per allenare la mente tra un pandoro e una tombola.
Buone feste e buone "vacanze" a tutti.
1.
Trova 2 parole di un binomio fantastico e inventa una storia sul quaderno.
2.
Cerca nel vocabolario la definizione di:
- favola
- fiaba
e copiale sul quaderno.

3. 
Scrivi e inventa una favola.

4.
Scrivi e inventa una fiaba.

5.
Grammatica: ripassa i nomi e gli articoli.

6.
Scrivi una lettera al tuo migliore amico e sottolinea in rosso i nomi e in blu gli articoli.

2 i - Compiti per le vacanze?

La parola
COMPITI PER LE VACANZE
è un ossimoro, ossia una contraddizione in termini,
come dire che il ghiaccio è bollente.
Ma se sono vacanze, perchè i compiti? (Vi state chiedendo).
Premesso che in clima natalizio è stato applicato uno sconto del 25% (potete NON fare uno dei punti sottoelencati), ribadisco che non sono proprio compiti,
ma suggerimenti OBBLIGATORI
per allenare la mente tra un pandoro e una tombola.
Buone feste e buone "vacanze" a tutti.


A.
Svolgi sul quaderno i due temi che non hai svolto in classe.

--> - SCRIVI UNA PAGINA DEL TUO DIARIO SEGRETO DI UNA GIORNATA PER TE MOLTO PARTICOLARE,  SCRIVI POI UNA PAGINA DELLA STESSA GIORNATA PER IL TUO “BIS-DIARIO”,  CIOE’ PER UN DIARIO SCRITTO APPOSITAMENTE PER ESSERE LETTO DA TUA MADRE. 
- 18-12-2032. SCRIVI UNA MAIL AD UN TUO COMPAGNO DI SCUOLA MEDIA CHE NON VEDI DA ANNI E RACCONTAGLI DELLA TUA VITA , DELLA TUA FAMIGLIA, DEI TUOI STUDI, DEL TUO LAVORO E DI COME RICORDI LA VOSTRA CLASSE.
- SE POTESSI ESPRIMERE TRE DESIDERI.

B.
Scrivi sul quaderno 3 pagine del tuo diario raccontando: il giorno di Natale, il giorno di Capodanno e una giornata delle vacanze che ti ha colpito e in cui ti sei particolarmente divertito.

C. 
Ritaglia da un giornale 3 articoli, incollali sul quaderno, leggili, scrivi per ognuno un breve riassunto.

D. 
Ritaglia da un giornale 5 parole a caso, incollale sul quaderno, inventa una storia che contanga queste 5 parole.

sabato 15 dicembre 2012

Tombola

AMBO,TERNO, QUATERNA, CINQUINA E TOMBOLA.

La tombola è un tradizionale gioco da tavolo originario dell'Italia meridionale e specialmente tipico della regione della Campania (Smorfia Napoletana).

Sostanzialmente equivalente al gioco di diffusione internazionale noto come bingo, la tombola è tecnicamente un gioco d'azzardo, in quanto i partecipanti sono tenuti al versamento di un somma in denaro che viene poi ridistribuita come premio ai vincitori.

Tuttavia, la tombola italiana viene normalmente giocata in un contesto familiare (è un tradizionale gioco natalizio) e le somme che si impegnano e si vincono hanno solitamente valori puramente simbolici (quando non si scelga addirittura di utilizzare premi di altra natura).

Il carattere casuale del gioco unito al talvolta notevole valore dei premi in palio ha reso il termine tombola sinonimo di evento fortunato o di acquisizione fortuita di una ricchezza o somma di denaro.

 

Tombola napoletana

 La tombola napoletana nacque nel 1734, da una diatriba sorta tra il re di Napoli e Sicilia Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco.

Il primo aveva l'idea di ufficializzare il gioco del lotto nel Regno fino a quel momento clandestino, per tentare di porre fine alla sottrazione di introiti che il gioco causava; mentre il secondo riteneva il gioco un "ingannevole ed amorale diletto", e credeva che, in un paese in cui si cercava sempre di rispettare gli insegnamenti cattolici, ciò distraesse i fedeli dalla preghiera.

Alla fine la spuntò il re, al patto che il gioco venisse però sospeso nelle festività natalizie, sempre per il motivo di non dover distrarre i fedeli dalla preghiera. Tuttavia i cittadini non vollero rinunciare a giocare, così fecero del lotto un gioco a carattere familiare: le 90 tessere numerate venivano messe in un cesto di vimini, detto "panariello", e disegnati i numeri sulle cartelle.

Da qui il comune nome "Lotto" cambiò in "Tombola", grazie alla forma cilindrica della tessera di legno numerata e dalla somiglianza della stessa col tombolo di una volta. In seguito ad ognuno dei 90 numeri fu attribuito un simbolo diverso. Questi oggi possono variare di città in città.

mercoledì 12 dicembre 2012

Santa Lucia - 13 dicembre

Quella di Santa Lucia è la seconda festa nel mese di Dicembre, dopo l’Immacolata Concezione, amata dai siciliani. Anzi amatissima.

CHI ERA LUCIA?
Lucia era una giovane siracusana borghese e cristiana, che viveva sola con la mamma Eutichia, dopo la morte, durante la sua infanzia, del suo papà.
La sua adorata mamma contrasse una grave malattia del sangue, e Lucia, andata a Catania, fece voto di castità e di rinuncia della vita agiata che conduceva sul sepolcro di Sant’Agata.
Tornata a Siracusa, Eutichia guarì, e Lucia, rinunciò al matrimonio e convinse la madre a cedere tutti i loro beni a sostegno dei poveri.
Il fidanzato, risentito per la sua rinuncia al matrimonio, la denunciò come cristiana, in un periodo in cui imperversava la persecuzione dei cristiani da parte di Diocleziano. Cadde nelle mani di Pascasio, console di Siracusa, che voleva costringerla ad abiurare. La torturò ed infine le conficcò un pugnale nella gola.
Morì martire il 13 Dicembre 304 e divenne presto Santa e Patrona di Siracusa.
La leggenda vuole che, durante la tortura si sia strappata gli occhi, e per questo viene raffigurata spesso nell’iconografia con una tazza in mano, in cui ci sono i suoi occhi. Per questo motivo viene considerata dai devoti la protettrice degli occhi.

LA LEGGENDA. Patrona di Siracusa, Lucia, protettrice degli occhi, è una delle sante più venerate a Palermo. Così si narra che in un periodo di carestia i palermitani si affidarono proprio alla santa aretusea per interrompere il digiuno che "rispose" facendo arrivare al porto un bastimento carico di grano. Il grano non venne sottoposto a molitura per farne farina, venne bollito e condito con un filo d'olio per sfamare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile. Nacque così la cuccia, altra specialità gastronomica che oggi sarà su molte tavole. Da quel momento si dice che i palermitani nel giorno di Santa Lucia preferiscano astenersi dai farinacei, pane e pasta su tutti. C'è chi addirittura in questa giornata non tocca assolutamente cibo. Ma prevalgono i golosi, coloro che per un anno attendono l'arancina day.

TRADIZIONE A TAVOLA
Per i Palermitani, e siciliani in genere, la giornata comincia mangiando porzioni di cuccia lavorata con la ricotta o con il cioccolato.La cuccia, il cui nome deriva da “cocciu”(chicco), è grano tenero; anticamente veniva preparato con le verdure, ma poi divenne un piatto dolce.

Cuccia con la ricotta
INGREDIENTI
1000 gr di grano tenero
700 gr di ricotta
300 gr di zucchero
zuccata a piacere a pezzi
200 gr di cioccolato fondente a pezzetti
1 pizzico di sale
1 pizzico di vaniglia
ciliegie candite a piacere
Mettete in acqua il grano tre giorni prima, cambiando l’acqua ogni giorno. Cuocete in acqua con un pizzico di sale, per circa 3 ore e mezzo. Scolate e fate raffreddare. A parte, passate al setaccio la ricotta, lo zucchero e un pizzico di vaniglia. Ponete il grano e la ricotta lavorata in una ciotola abbastanza grande e aggiungete il cioccolato e la zuccata. Mescolate e guarnite con ciliegie candite.

Le favole a rovescio - Gianni Rodari

Le favole a rovescio
di Gianni Rodari
C'era una volta
un povero lupacchiotto,
che portava alla nonna
la cena in un fagotto.
E in mezzo al bosco
dov'è più fosco
incappò nel terribile
Cappuccetto Rosso,
armato di trombone
come il brigante Gasparone...,
Quel che successe poi,
indovinatelo voi.
Qualche volta le favole
succedono all'incontrario
e allora è un disastro:
Biancaneve bastona sulla testa
i nani della foresta,
la Bella Addormentata non si addormenta,
il Principe sposa
una brutta sorellastra,
la matrigna tutta contenta,
e la povera Cenerentola
resta zitella e fa
la guardia alla pentola.

martedì 11 dicembre 2012

Petrarca - Solo et pensoso

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human la rena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:
sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co·llui.
 
 

 

 

 

 

 

 

 

Analisi del testo
Solo et pensoso, scritto nel 1337, è uno dei sonetti più famosi del Canzoniere.

Protagonista del Canzoniere di Petrarca è sì Laura, ma soprattutto Petrarca stesso e gli effetti che il suo amore per Laura produce nel suo animo. L’amore, che caratterizza l’opera ed il poeta, è un amore tormentato, che investe sia l’anima che il corpo. È un amore oscillante tra la passione dei sensi e il vagheggiamento ideale. Un amore inteso come traviamento, da cui il poeta spesso vuole liberarsi per poi però ricadere nel vagheggiamento e nella preghiera.


La natura tormentata di questo amore è evidente nel sonetto Solo et pensoso.
Il gioco degli opposti è evidente in particolare nell’antitesi del v.8 (“di fuor si legge com’io dentro avampi”), dove l’effetto del sentimento amoroso è giocato tra esteriorità, che rivela il sentimento, e l’interiorità del poeta, che arde nella passione dell’amore.

Nel componimento è quindi evidente come il sentimento amoroso venga vissuto come tormento; ed è naturale conseguenza la fuga, non solo dalla gente, ma anche dal sentimento amoroso stesso.

Una solitudine che però, è evidente nell’ultima terzina, non si realizza, poiché l’Io del poeta viene affiancato dall’onnipresente Amore (sentimento in questo componimento, come sarà in tanti altri, evidentemente tirannico) che, personificato come in tutta l’opera, dice il poeta, “venga sempre ragionando con meco”

domenica 9 dicembre 2012

La fiaba (secondo Propp) - Mappa


LE FIABE SECONDO PROPP

Lo studioso russo Propp è giunto alla conclusione che tutti i caratteri delle cento fiabe popolari russe analizzate possono essere racchiusi all’interno di otto categorie di personaggi-tipo.

  1. L’antagonista: colui che lotta contro l’eroe.
  2. Il mandante: il personaggio che esplicita la mancanza e manda via l’eroe.
  3. L’aiutante (magico): la persona che aiuta l’eroe nella sua ricerca.
  4. La principessa od il premio: l’eroe si rende degno di lei nel corso della storia, ma è impossibilitato a sposarla per via di una serie di ingiustizie, generalmente causate dall’antagonista. Il viaggio dell’eroe spesso termina quando riesce finalmente a sposare la principessa, sconfiggendo il nemico.
  5. Il padre di lei: colui che fornisce gli incarichi all’eroe, identifica il falso eroe e celebra poi il matrimonio. Propp ha notato che per quanto riguarda la loro funzione, la principessa ed il padre spesso non sono chiaramente distinguibili.
  6. Il donatore: il personaggio che prepara l’eroe o gli fornisce l’oggetto magico.
  7. L’Eroe o la vittima/il ricercatore: colui che reagisce al donatore, sposa la principessa.
  8. Il falso eroe: la persona che si prende il merito delle azioni dell’eroe o cerca di sposare la principessa.


Lo schema generale di una fiaba, secondo Propp, è il seguente:

  1. Equilibrio iniziale (esordio);
  2. Rottura dell'equilibrio iniziale (movente o complicazione);
  3. Peripezie dell'eroe;
  4. Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione).

martedì 4 dicembre 2012

Il binomio fantastico

Cosa intende Gianni Rodari per binomio fantastico?
"Occorre una certa distanza tra le due parole, occorre che l’una sia sufficientemente estranea all’altra, e il loro accostamento discretamente insolito, perché l’immaginazione sia costretta a mettersi in moto per istruire tra loro una parentela, per costruire un insieme (fantastico) in cui i due elementi estranei possano convivere. (…) Nel binomio fantastico le due parole non sono prese nel loro significato quotidiano, ma liberate dalle catene verbali di cui fanno parte quotidianamente. Esse sono “estraniate”, “spaesate”, gettate l’una contro l’altra in un cielo mai visto prima."




G. Rodari, "Grammatica della fantasia".

Diario...alimentare

Sulla base di questo schema completa il diario alimentare per 7 giorni.


P.s. Il diario (da dies=giorno in latino), lo dice il nome, va fatto giorno per giorno.