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giovedì 21 settembre 2017

5A - EN - STORIA: Il primo e il secondo Ottocento

IL PRIMO OTTOCENTO
Il primo Ottocento si apre con le imprese di Napoleone Bonaparte: i suoi eserciti entrarono da invasori in molti Paesi europei assicurandogli in poco tempo il predomino sull’Europa.
La sua definitiva sconfitta nella Battaglia di Waterloo (1815) sembra annullare di colpo gli effetti dell’Età napoleonica, ma l’opera e l’eredità di Napoleone furono ben più vaste e durature delle sue imprese militari. Negli anni della gloria egli aveva spazzato via il retaggio del Medioevo: aveva abolito i diritti feudali, limitato il potere della Chiesa, creato un’amministrazione efficiente, sviluppato l’economia ed emanato un Codice che costituisce la base dell’organizzazione giuridica moderna (Codice Civile di Napoleone). Soprattutto, Napoleone aveva diffuso nell’Europa conquistata i princìpi di libertà e di eguaglianza che avevano animato il primo periodo della Rivoluzione francese.
Dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, nel 1815 le potenze vincitrici (Austria, Russia, Prussia e Inghilterra) si riunirono nel Congresso di Vienna con due obiettivi:
  • ripristinare la situazione politica precedente alla Rivoluzione francese, creando una situazione di equilibrio territoriale tra i vari Stati;
  • soffocare gli ideali rivoluzionari diffusi in tutta Europa.
Tuttavia, nonostante la Restaurazione imposta dal Congresso di Vienna, tra il 1820 e il 1848 in quasi tutta Europa esplosero moti di varia natura
  • in alcuni casi i rivoluzionari chiedevano ai monarchi il riconoscimento, attraverso una carta costituzionale, di maggiori libertà e diritti per i sudditi;
  • in altri casi, nei Paesi ancora sottomessi a potenze straniere, come l’Italia, l’obiettivo era l’indipendenza nazionale.
  • infine, le richieste di maggiore libertà si univano a quelle di giustizia sociale e di
    maggiore rappresentanza politica anche per le classi più povere. Infatti, il proletariato voleva liberarsi dalla miseria e ottenere condizioni di vita migliori e uguaglianza di diritti. Per dare uno sbocco concreto a queste aspirazioni, verso la metà del secolo, nacquero i primi movimenti socialisti. Karl Marx, il teorico del socialismo, accusava la borghesia di esercitare una vera e propria dittatura controllando i mezzi di produzione (industrie, macchinari, ecc.). Per realizzare una società giusta, sarebbe dunque stata necessaria una rivoluzione che togliesse ai borghesi la proprietà dei mezzi di produzione, per darla agli operai. Si sarebbe così giunti a una società senza classi, in cui tutti avrebbero goduto degli stessi diritti 


IL SECONDO OTTOCENTO

Le aspirazioni a un’identità nazionale, che avevano animato il primo Ottocento, connesse alle istanze democratiche e libertarie, culminano nel 1848 nei moti di ribellione alle monarchie assolute instauratesi dopo il Congresso di Vienna.L’evento più significativo e che produce un’eco maggiore nel resto del continente si verifica in Francia: qui viene destituita la monarchia degli Orléans e proclamato un governo provvisorio della Repubblica, seppur di breve durata, poiché già nel 1848 sale al trono re Napoleone III, che diviene poi imperatore (dal 1852 fino al 1870).



I moti si diffondono a macchia d’olio nell’Europa intera: dalla Germania, con la rivolta contro Federico Guglielmo IV di Prussia, all’Olanda, alla Polonia, alla Russia, all’Ungheria. In Italia le lotte del Risorgimento porterannno nel 1861 all’unificazione nazionale sotto la monarchia sabauda.
E se pure gli eventi successivi al 1848 vedranno il ritorno a governi più moderati, che soffocheranno gli slanci democratici dei moti, e l’orientamento politico sarà quello conservatore di Cavour in Italia o di Bismark in Germania, lo stato delle coscienze è ormai profondamente mutato, così come quello della società.

Il 1870 è un anno di grandi mutamenti nello scenario europeo. Primo fra tutti, l’esito della guerra tra la Francia dell’imperatore Napoleone III e il Regno di Prussia con a capo il re Guglielmo I: dalla vittoria prussiana nasce infatti l’Impero tedesco, che avrà un ruolo di grande autorevolezza nelle relazioni politiche internazionali dei decenni successivi. Per la Francia questi eventi significano anche la fine del periodo imperiale e l’inizio della Terza Repubblica. Inoltre a Parigi, nel marzo del 1871, la Guardia nazionale (la milizia di cittadini esistente in ogni città di Francia dalla Rivoluzione) si schiera dalla parte del popolo, e per due mesi il potere è nelle mani della Comune (dal francese commune, cioè il consiglio cittadino o distrettuale), con la proclamazione di un governo socialista, che sarà poi sopraffatto nella “Settimana di Sangue” dalle truppe governative guidate dal generale Mac-Mahon.
Sempre nel 1870 giunge a compimento l’unificazione dell’Italia con la presa di Roma attraverso la Breccia di Porta Pia, il 20 settembre, evento che sancisce la fine dello Stato pontificio.
Nel 1871 la capitale del regno sabaudo viene trasferita da Firenze a Roma; in Parlamento si alternano governi di destra e di sinistra; l’industria e l’economia fanno notevoli passi avanti; intanto, il ministro Agostino De Pretis cerca di sanare le profonde piaghe sociali nelle campagne. Tuttavia ciò non frena le emigrazioni di massa, che vedono milioni di contadini partire per l’America o altri stati europei.
La coscienza delle classi operaie cittadine sfocia nel 1892 nella fondazione, a Genova, da parte di Filippo Turati, del Partito socialista italiano.
Il secondo Ottocento vede un’accelerazione del progresso tecnologico senza precedenti in vari settori favorita dalla Rivoluzione industriale.

Nel secondo Ottocento si compiono grandi conquiste in campo scientifico e medico, con gli studi di Charles Darwin e Gregor Mendel, che stimolano l’approfondimento delle cognizioni di anatomia comparata, fisiologia, genetica, e scoperte come quelle di Louis Pasteur o Robert Koch – per non citarne che alcune – in grado di debellare o prevenire flagelli quali la tubercolosi, il vaiolo, la difterite, il colera.
Tra gli eventi che segnano il secondo Ottocento vi sono: l’invenzione della lampadina(1879); l’invenzione dell’automobile (1885); l’invenzione del cinematrografo (1895). Dopo la fotografia, infatti, si studia come riprodurre il movimento in scatti consecutivi. La prima pellicola cinematografica è realizzata da George Eastman nel 1885, ma è Thomas Edison a realizzare nel 1889 la cinepresa e una macchina di visione, il kinetoscopio.
Il cinema con proiezione in sala di una pellicola stampata avrà inizio il 28 dicembre 1895, quando i fratelli Louis e Auguste Lumière mostreranno al pubblico del Grand Café del Boulevard de Capucines a Parigi un apparecchio chiamato cinématographe: l’impressione sarà tale che alcuni spettatori fuggiranno dalla sala vedendo sullo schermo un treno entrare in una stazione.
Durante il secondo Ottocento molti Paesi europei costituiscono imperi coloniali in Africaal fine di sfruttare le risorse materiali e umane e, nello stesso tempo, di trovare nuovi sbocchi commerciali per i propri prodotti industriali.
Con l’avvicinarsi della fine del secolo e l’inizio del Novecento, si apre la cosiddetta Belle Époque. L’espressione fa riferimento alla vita condotta nelle metropoli europee dalla società cosmopolita, che celebra i propri riti mondani tra battute di caccia, viaggi all’estero, ricevimenti nei salotti frequentati dai poeti, musicisti e letterati.

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