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È l'insieme delle
condizioni atmosferiche medie in una determinata zona geografica
ottenute da rilevazioni omogenee di dati presi per lunghi periodi di
tempo.
Non va confuso con ‘tempo meteorologico’, risultante, per sua
natura variabile, di fattori riferiti a un’area specifica e a un preciso
intervallo temporale.
Il clima si definisce invece sulla base di
elementi atmosferici, riferiti ad aree molto vaste, che tendono a
ripetersi con regolarità nel tempo. L’Organizzazione mondiale della
meteorologia (Wmo) ha stabilito che la durata minima delle serie
temporali di dati continui per individuare le caratteristiche climatiche
di una località è di trenta anni. Gli elementi climatici sono
fenomeni fisici misurabili, fra cui la temperatura, l’umidità, le
precipitazioni e così via.
I fattori climatici sono a loro volta le
condizioni che producono variazioni sugli elementi climatici.
Il motore
del sistema climatico è il Sole, che riscalda la superficie terrestre
con intensità variabile, causando un gradiente termico fra i poli e
l’equatore. Il ripristino dell’equilibrio termico è affidato alla
circolazione generale dell’atmosfera. Quello climatico è un sistema in
equilibrio dinamico con le sue forzanti esterne, il Sole appunto, e
interne, quali i cicli oceanici e la concentrazione di gas serra, che
modifica il suo stato al variare dell’intensità delle forzanti stesse. http://www.legambiente.it/temi/clima
Secondo questa teoria
la parte superiore della terra e' considerata suddivisa in due strati con differenti
proprieta' deformative. Lo strato superiore rigido, chiamato litosfera
e' spesso circa 100 km sotto i continenti e circa 50 km sotto gli oceani
ed e' costituito dalla crosta e dalla parte sottostante rigida
del mantello superiore (vedere Sezione Interno della Terra).
Lo strato sottostante, l' astenosfera si estende sino a 700 km di profondita'
ed e' caratterizzato da rocce meno fragili, cioe' meno deformabili in
confronto a quelle della litosfera. La litosfera rigida e' suddivisa in
una dozzina di placche maggiori (che non coincidono necessariamente
con i continenti) ed un gran numero di placche secondarie.
Le placche litosferiche non sono stazionarie, al contrario
esse "galleggiano" in modo complesso con velocita' dell'ordine
dei 2-10 cm/anno sullo strato di rocce "soffici" della sottostante astenosfera.
L'idea delle placche "erranti" e' stata originalmente proposta nel 1912 dallo
scienzato tedesco A. Wegener.
Solo nella litosfera, a comportamento fragile, si ha la possibilita'
di avere un terremoto.
La mappa sotto illustra la posizione dei terremoti nel globo.
Essi non sono distribuiti a caso: le zone di contatto tra le varie placche
sono quelli in cui sono concentrate il maggior numero di scosse.
La posizione dei terremoti aiuta quindi a definire i margini di zolla
(o delle placche).
I vulcani e i terremoti sono conseguenza di fratture e di movimenti
della crosta terrestre, la parte più esterna e superficiale della Terra.
Questa non costituisce un blocco unico, ma assomiglia piuttosto allo
scudo di una tartaruga, è formata infatti da numerose zolle o placche in movimento.
I vulcani sono aperture naturali della crosta terrestre attraverso cui il magma(un insieme di rocce fuse, acqua e altre sostanze fluide e gassose)sale fino a uscire in superficie sotto forma di lava (materiale fluido incandescente), gas o materialepiroclastico (ceneri, lapilli, frammenti di lava solidificata).
In un vulcano si distinguono il serbatoio magmatico, più o meno profondo, che lo alimenta; il condotto o camino, attraverso cui il materiale magmatico è spinto in superficie; il cono, eventualmente formato dall’accumulo dei prodotti eruttivi e il cratere da cui sgorga la lava.
Esistono poi i vulcani sottomarini, che sono quelli più diffusi sulla
Terra: si tratta di spaccature della crosta oceanica da cui fuoriesce
magma e gas. Da essi si originano le dorsali oceaniche, le isole e gli
arcipelaghi di origine vulcanica. Quanto alla forma possono essere
semplici spaccature, vulcani a scudo o anche vulcani a cono. Sono considerati attivi quei vulcani che entrano periodicamente in eruzione. Si dicono quiescenti
(cioè a riposo) quelli che per lunghi periodi non hanno avuto eruzioni,
ma nei quali l’emissione di gas testimonia che i vulcani non sono
ancora spenti. Spenti sono infine quei vulcani che da moltissimo tempo non danno alcun segno di vita. La zona della Terra in cui vi è la più alta concentrazione di vulcani attivi è la cosiddetta Cintura di fuoco,
che, dalle coste occidentali dell’America, prosegue in Asia con una
miriade di isole vulcaniche grandi e piccole che lambiscono il
continente, dal Giappone fino alla Polinesia. Manifestazioni di vulcanesimo secondario (legate a vulcani in stato
di quiescienza o prossimi a estinguersi) sono le solfatare, i soffioni,
le fumarole, le attività termali e i geyser.
I terremoti sono costituiti da violenti movimenti della crosta terrestre. Il punto sotterraneo da cui partono le onde sismiche è detto ipocentro; il primo punto della superficie (che si trova sulla verticale dell’ipocentro) che viene raggiunto dalle onde, detto epicentro, è il luogo in cui si sprigiona maggiormente la potenza del terremoto.
I movimenti sismici sono ondulatori quando si spostano in senso orizzontale; sussultori quando si diffondono in senso verticale. Lo strumento utilizzato per “registrare” i fenomeni sismici è detto sismografo. Questo fornisce la rappresentazione grafica dell’andamento di un terremoto attraverso un sismogramma.
Analizzando il sismogramma si può avere un’idea dell’intensità del
terremoto e della distanza del sisma dal punto in cui è avvenuta la
registrazione.
I gradi di un terremoto si misurano in base a due scale: la scala Richter (con grado massimo 10) che misura la “magnitudo”, cioè la quantità totale di energia liberata, e la scala Mercalli (che ha fino a dodici gradi di intensità) che misura i terremoti in base all’entità dei danni causati nella zona colpita. I terremoti non sono sempre catastrofici; molto più spesso sulla
Terra si verificano piccole scosse telluriche che non vengono percepite
dall’uomo, ma solo dai sismografi. Ogni anno nel mondo si verificano
migliaia di scosse sismiche, ma in media sono solo poche decine quelle
che provocano danni gravi. I terremoti non sono distribuiti sulla Terra in modo uniforme, si
verificano infatti soprattutto dove esistono fratture e tensioni della
crosta terrestre. In particolare le zone più soggette ai terremoti si
trovano in prossimità delle linee di convergenza delle zolle crostali;
lungo queste linee, infatti, le zolle premono l’una contro l’altra
deformandosi a vicenda e accumulando nel tempo un’enorme tensione. Tutte
le volte che questa tensione si libera di colpo si origina un
terremoto. I fenomeni sismici, dunque, sono strettamente collegati all’orogenesi
(formazione delle montagne) e al vulcanesimo, cioè sono frequenti nelle
terre geologicamente più giovani, dove il sollevamento delle montagne è
ancora in atto. Anche l’Italia, purtroppo, trovandosi lungo la linea di
convergenza tra la zolla crostale africana e quella euroasiatica, è una
regione altamente sismica, oltre che ricca di fenomeni vulcanici. Una
zona ad altissimo rischio sismico è naturalmente quella, già citata,
della Cintura di fuoco.
Dall'Etna dodici ore di spettacolo Riaperto l'aeroporto di Fontanarossa
L'eruzione dell'Etna - Lapresse (lapresse)
Lo spazio aereo è rimasto interdetto fino alle
6.30. Dodici ore di spettacolo in cui la colonna di fumo ha raggiunto
anche i 3 chilometri. L'eruzione ripresa dall'astronauta Luca Parmitano
L'Etna torna a ruggire e dà spettacolo. Lo fa a quasi sei
mesi dall'ultima attività-lampo, registrata il 27 aprile scorso.
Facendosi questa volta sentire e notare di più. L'eruzione è stata
particolarmente spettacolare, osservabile da lontano: da Taormina,
Catania e nel Siracusano. Come un primo attore di grande spessore,
questa volta ha disatteso le fasi delle attività precedenti, che hanno
avuto una esplosione improvvisa, conclusasi poche ore dopo.
Stavolta lo spettacolo è stato un crescendo, quasi rossiniano. Ha
cominciato con una fase sismica, nel pomeriggio di ieri: il preavviso
dell'avvio di un fenomeno stromboliano dal cratere di Sud-Est nella
notte. Boati sempre più forti e ravvicinati hanno fatto da prologo ad
altri tre terremoti, di magnitudo compresa tra 2.2 e 2.8, che hanno
preceduto l'esplosione, prima dell'alba, di fontane di lava, sempre più
alte e violente, e evidenti da decine di chilometri. Dodici ore di
spettacolo.
Un "aiutino", secondo alcuni studi, sarebbe potuto
venire dall'energia prodotta dalla forte scossa di terremoto di
magnitudo 7.6 che è stata registrata, alle 19.10 di ieri, in Giappone a
320 chilometri a est dall'isola di Honshu. Ma per gli esperti dell'Ingv
di Catania l'eruzione dell'Etna ci sarebbe stata comunque.
Il
materiale piroclastico ha svettato in cielo per centinaia di metri,
ricadendo sulle zone sommitali del vulcano. Dalla stessa 'bocca' è
uscita un'altissima colonna di cenere nera e gas, alta 2-3 chilometri,
che, sospinta dal forte vento in alta quota, si è riversata sul versante
sud-ovest del vulcano, ricoprendo di cenere i paesi alle pendici
dell'Etna, a occidente di Catania. Un fenomeno che ha portato
l'aeroporto del capoluogo a chiudere due dei quattro spazi aerei che
delimitano l'Etna: atterraggi e decolli sono avvenuti dal mare. Una
limitazione che ha comportato ritardi nei voli, ma ha permesso allo
scalo di Fontanarossa di rimanere operativo. L'unico stop è avvenuto tra
le 6 e le 7.10, per permettere di analizzare dimensioni e percorso
della nube di cenere. La notte scorsa lo spazio aereo è rimasto chiuso.
In mattinata la riapertura con qualche limitazione, e a mezzogiorno il
via libera a tutti i voli.
L'Etna durante l'eruzione fotografato da Luca Parmitano
E, anomalia rispetto alle altre eruzioni, questa volta il
vulcano ha agito a più 'voci': mentre dalla 'bocca' del Sud-Est c'è
stato anche il trabocco di una colata lavica che, bene alimentata, si è
diretta verso la desertica Valle del Bove, all'improvviso, poco dopo le
08.20, c'è stata anche l'emissione di cenere lavica dal cratere di
Nord-Est, da oltre un decennio in silenzio. Poi all'improvviso, nel
primissimo pomeriggio, lo stop dell'attività stromboliana dal cratere di
Sud-Est, coinciso con l'arrivo di nuvole che hanno coperto la zona
sommitale del vulcano. Il 'tremore' registrato dall'Ingv di Catania nei
condotti magmatici interni è crollato. Un piccolo 'bis' con l'emissione
di cenere continuata dal cratere di Nord-Est, per poi chiudere le
'tende'. La scena è postata su Twitter dall'astronauta catanese Luca
Parmitano, che segue tutto dallo spazio. Lo spettacolo è finito. E tutto
è rinviato alla prossima eruzione.
« Prima di tutto voglio chiarire una cosa: Questo è un GIORNALE DI BORDO, non un diario.»
Diario di una schiappa è un libro scritto da Jeff Kinney nel 2007 negli Stati Uniti, uscito in Italia nel 2008 per le edizioni Il Castoro
con la traduzione di Rossella Bernascone.
Il libro racconta le
ridicolmente sfortunate vicende di un ragazzino di undici anni di nome
Gregory Heffley, con molta ironia.
Il libro è diventato in poco tempo un
best-seller con 60 milioni di copie vendute, superando nelle classifiche addirittura scrittori come Dan Brown; ha dato vita ad una serie considerata tra i più importanti fenomeni editoriali per ragazzi degli ultimi anni.
Il sito ufficiale (in inglese):
http://www.wimpykid.com/
Come per magia, con un po' di aceto e bicarbonato...ecco l'eruzione vulcanica.
Questa è una reazione chimica dove due
componenti si combinano, reagiscono tra di loro e formano
altre sostanze. In particolare il bicarbonato (formula chimica
NaHCO3) reagisce con l’aceto (formula chimica CH3COOH)
dando origine all’anidride carbonica (formula chimica
CO2) che è un gas (ecco il perché del gorgogliare),
all’acetato di sodio e all’acqua. L’anidride
carbonica è lo stesso gas che emettiamo durante la respirazione,
gas che le piante assorbono restituendoci ossigeno.
La Cometa Ison, oltre una settimana fa, è entrata nel sistema solare interno, oltrepassando Marte e avvicinandosi sempre di più al Sole. In attesa del fatidico 28 novembre 2013, giorno in cui essa raggiungerà il perielio, ossia la distanza minima dal sole, ecco le 5 curiosità sulla cometa del secolo.
1 . Probabilmente non sarà la cometa del secolo Ison è stata etichettata cometa del secolo fin dalla sua scoperta, avvenuta a settembre del 2012.
Alcune previsioni, allora, fecero pensare che essa sarebbe arrivata a
brillare quanto la luna piena tra la fine di novembre e l'inizio di
dicembre. Ma la paura degli scienziati, oggi, è legata alla
sopravvivenza stessa della cometa, minacciata dalla sempre minore
distanza dal Sole. “Probabilmente, Ison sarà una delle comete più
brillanti degli ultimi anni e, grazie alla comunità astronomica
mondiale, ci auguriamo che sia anche una delle comete più osservate
della storia”, secondo i ricercatori del Nasa Comet ISON Observation Campaign. Ma che sia la cometa del secolo, è ancora tutto da vedere.
2. Ison non è enorme
In base a quanta polvere la cometa sta perdendo, è stato calcolato che il suo nucleo misura tra 200 m e 2 km. Altre stime hanno ipotizzato un diametro massimo di 5 km. Ciò la rende una cometa di medie dimensioni se
non un po' più piccola della media. È certamente lontana dalla stazza
della spettacolare cometa Hale-Bopp, larga circa 30 km, che illuminò i
cieli notturni della Terra durante il suo passaggio, nel 1997.
3. Tanti gli occhi puntati su Ison
I ricercatori considerano l'approccio ravvicinato al sole della cometa Ison come una rara occasione per conoscere la composizione delle comete,
ciò che resta dei primi momenti di vita del sistema solare. Ison
permetterà agli scienziati di monitorare l'evoluzione di una cometa su
un periodo di tempo molto più lungo. Per usufruire di questa
opportunità, CIOC sta coordinando una campagna di osservazione globale
che si avvale di una serie di attività sia dalla Terra che dallo spazio.
Ad osservare la cometa saranno ad esempio il telescopio spaziale Hubble
e il Solar Dynamics Observatory della NASA ma anche alcuni strumenti
europei dell'Esa.
4. La cometa Ison non costituisce una minaccia per la Terra
Noi abitanti della Terra non abbiamo nulla da temere.
Non importa come la cometa si comporterà quando si avvicinerà al sole.
Essa sarà distante dalla Terra la bellezza di 64 milioni di km, durante
il suo volto attraverso il sistema solare interno. E se anche dei
frammenti di cometa dovessero staccarsi, cosa che certamente accadrà,
essi non voleranno in direzioni diverse ma continueranno a viaggiare
lungo il percorso della loro “madre”.
5. Presto potrebbe essere visibile
Nessuno sa esattamente come brillerà Ison e quando.
Ma supponendo che essa riesca a sopravvivere alle prossime settimane, la
cometa potrebbe diventare visibile agli osservatori del cielo già con
un binocolo alla fine del mese di ottobre. I più fortunati saranno gli abitanti dell'emisfero nord, che potranno ammirarla subito dopo il tramonto.
Se riesci a scattare delle belle foto del cielo, partecipa gratuitamente al Pifa, il Premio Italiano di Fotogragfia Astronomica organizzato da NextMe. Leggi il Regolamento
La storia è lo studio
degli eventi culturali e politici dall'inizio della storia umana fino ad oggi.
Generalmente con tale termine viene indicato il periodo storico, successivo
alla preistoria, che va dall'introduzione della scrittura, databile verso il 3100
a.C., sino ai giorni nostri.
Storia antica
Dai Sumeri ai Persiani
(ca. 2900-500)
Antico Egitto
Fenici
Grecia Antica
Magna Grecia
Etruschi
Roma antica (dall’800 a.C.
sino al 476 d.C.)
Storia Medievale (dal 476 d.C. al 1492 d.C., cioè dal V al XIV secolo)
·Alto Medioevo (dal V al X secolo), da qualcuno detto dei "secoli bui"),
che va dal V
al X secolo
ed è caratterizzato da condizioni economiche disagiate e da continue invasioni
da parte di Slavi,
Arabi,
Vichinghi
e Magiari;
·Basso
medioevo, (dal X al XIV
secolo)un periodo intermedio, che vede lo sviluppo di forme di governo basate
su signorie e vassallaggio, con la costruzione di castelli e la rinascita della
vita nelle città; poi un crescente potere reale e la rinascita di interessi
commerciali, specie dopo la peste del XIV secolo.
Storia moderna (dal 1492 d.C. al 1789 d.C., cioè dal XV al XVIII secolo)
Oggi abbiamo lavorato in due gruppi e ognuno doveva scrivere 10 domande partendo dal libro di geografia studiando le pagine sulle esplorazioni geografiche: inizia l'età moderna e finisce il medioevo.
La terra è il terzo pianeta del sistema solare e la sua forma è
simile a quella di un geoide. I principali moti della terra sono di
rotazione e quello di rivoluzione; altri moti sono di precessione, di
nutazione e di traslazione.
Rotazione
Il moto di rotazione è quello che la terra compie girando intorno al
proprio asse da ovest verso est. L'asse terrestre è l'asse immaginario
(che è inclinato rispetto al piano dell'eclittica di 66° e 33) che
attraversa la terra tra il polo nord e il polo sud. Il periodo di tempo
necessario alla terra per compiere una rotazione completa, prendendo
come riferimento il sole è detto giorno solare che è pari a 24 ore. Al
moto di rotazione sono dovuti vari fenomeno fra cui: la rotazione
apparente da est verso ovest del sole e del cielo stellato, quando in
realtà è la terra cha ruota intorno a se stessa da ovest verso est e
l'alternarsi del giorni e della notte.
Rivoluzione
Il moto di rivoluzione invece è quello che la terre compie girando
intorno al sole da ovest verso est. Durante questo movimento la terra
descrive un'orbita ellittica (detta eclittica) di cui il sole occupa uno
dei due fuochi. La terra, perciò, varia continuamente la sua distanza
rispetto il sole. Nel punto più vicino, perielio, dista dal sole 1477
milioni di chilometri, mentre nel punto più lontano, afelio, ne dista
152 milioni di chilometri. Il periodo di tempo impiegato dalla terra per
compiere una rivoluzione completa si chiama un anno il quale dura 365
giorni 5 ore 48 minuti e 46 secondi. Il moto di rivoluzione da origine
alle stagioni astronomiche che sono quattro: primavera, estate, autunno e
inverno. La terra in questo moto intorno al sole, viene a trovarsi in
quattro posizioni particolari nei giorni che segnano le stagioni
astronomiche:
equinozio di primavera (21 marzo: inizio dalla primavera)
Il moto di precessione consiste nel fatto che l'asse terrestre non si
mantiene parallelo a se stesso durante il moto di rivoluzione, ma
descrive nel cielo un cerchio attorno al polo dell'eclittica; questo
moto non ha luogo lungo una circonferenza, bensì secondo una linea
ondulata (moto di nutazione).
Traslazione
La terra compie infine un moto di traslazione tra le stelle con l'intero sistema solare.